I decreti attuativi che dovevano essere emanati entro il 15.2.2016 sono stati pubblicati solo ora con quasi quattro mesi di ritardo.
A nostro avviso i decreti non hanno fugato tutti i dubbi che avevamo circa la corretta applicazione della legge che riversa sul cittadino (suddito) l'onere e la responsabilità di dichiarare la sua posizione e di sopportare le gravi conseguenze qualora non abbia risposto correttamente o in tempo utile; tempo e condizioni che per noi si restringono sempre più, mentre per l'Amministrazione si allargano.
Ma veniamo succintamente ad un analisi dei decreti alle loro indicazioni ed incongruenze.
L' Agenzia delle entrate non si occuperà, in una prima fase, delle forniture elettriche cui si applica la tariffa c.d. D2 (ossia residenziali di 3 kw) in quanto è stato dato incarico alla società fornitrice di energia elettrica di porre, sulla bolletta, il relativo canone alla Rai, salvo diversa indicazione dell’Agenzia delle Entrate.
L’Agenzia delle Entrate si occuperà invece direttamente delle utenze elettriche cui si applica la tariffa c.d. D3 (oltre 3 KW) che sono definiti “altri clienti domestici”. Tra questi individuerà i contratti in cui il luogo di fornitura elettrica coincide con la residenza anagrafica del titolare e, solo di questi, invierà alle società di erogazione del servizio elettrico i dati per l’attribuzione del canone in bolletta.
Verranno di conseguenza escluse tutte le utenze delle seconde case, domestiche ma non residenziali.
Ma per i nostri anziani che sono residenti in Casa di Riposo, se titolari di utenza residenziale cui si applica la tariffa D2, rimane “assurdamente” l’obbligo di pagare il canone o di fare una dichiarazione per ottenere l’esenzione, dato che i dati anagrafici parrebbe non essere verificati per tutte le utenze.
Ma se i nostri anziani che non sono in grado di firmare un modulo, come possono evitare il ricevimento del canone se nella dichiarazione non è previsto l'intervento di un congiunto per sottoscrivere il modulo in sua vece?
Per quanto riguarda gli esentati, anche qui grande confusione. Sarà l'Agenzia delle Entrate a comunicarli, ma nei Decreti Attuativi vengono citati i non possessori di televisore, coloro che hanno due contatori e due intestazioni diverse ma nella stessa residenza anagrafica familiare e gli ultra 75enni con reddito massimo di € 6.713,00 annui, mentre per i disdettanti, che l'Agenzia delle Entrate ha previsto nel suo provvedimento e nella Dichiarazione sostitutiva, non viene fatta alcuna menzione.
Ricordiamo altresì che anche per i 75enni con reddito inferiore ai 6.713 annui, per i quali il buon senso suggerirebbe fosse la stessa Agenzia delle Entrate a disporre l'esenzione, dal momento che detiene tutti i nostri dati fiscali, qualora non l'avessero fatto in anni precedenti, devono presentare a loro volta una tantum la dichiarazione sostitutiva richiedendo a loro volta l'esenzione dal pagamento.
Per coloro i quali non avessero intestata alcuna utenza elettrica nel luogo di residenza o vivessero sulle Isole (ove non c’è la fornitura elettrica) è previsto il pagamento del canone attraverso il versamento unico “ ad opera del contribuente” con un modello F24, secondo un codice che l’Agenzia delle Entrate comunicherà in tempi successivi (!). A questi, infatti, si applicherà il regime precedente, cambiando solo le modalità di pagamento.
Ed ancora. Il decreto prevede che sia possibile chiedere il rimborso dell’eventuale canone pagato ma non dovuto (prevedendo, cosa significativa, la probabilità di errori!). Anche qui siamo al paradosso. La procedura di rimborso sarà disciplinata da un provvedimento dell’Agenzia delle Entrate che sarà emanato entro sessanta giorni, ossia entro il 4 agosto.
Speriamo solo (ma non ci stupirebbe accadesse) di non avere solo 30 gg di tempo per presentarlo… in pieno Agosto!
Insomma una normativa raffazzonata e contradditoria oltre che incompleta che ci aspettiamo ancora una volta venga modificata grazie alle varie eccezioni che saranno sollevate attraverso i ricorsi che ci stiamo già preparando a redigere per i nostri associati.
Ma non temiate. Il CLIRT rimane in allerta in difesa dei soci.