Come avevamo temuto e previsto e pubblicato nel post lo scorso 19 giugno dopo la lettura dei decreti attuativi, è stata approvata una legge, applicata in fretta e furia per incassare, senza sapere le conseguenze a cui si sarebbe andati incontro.


La legge di stabilità indicava esplicitamente che il canone doveva essere inserito nelle sole bollette ove vi era la residenza del titolare dell’utenza e non in altre. I Decreti attuativi solo il 4 giugno, dopo la scadenza dei tempi consentiti (15 maggio), dettavano le norme, estremamente complicate da capire ed interpretare, di quella che sarebbe stata la metodologia d’intervento.
Risultato: l’Agenzia delle Entrate non essendo stata in grado di determinare in tempo utile quali fossero le reali residenze, ha affibbiato a tutti i contratti residenziali/abitativi (D2) il canone, lasciando poi al cittadino/suddito/utente l’onere di richiedere il rimborso attraverso un modulo, che al momento non è stato ancora pubblicato, andando così ad aggiornare il proprio data base.
Ci sono giunte indicazioni di canoni inseriti in utenze condominiali (scale),di case disabitate da tempo con ancora il contratto attivo, di seconde case, di garage ecc.
Ci aspettiamo inoltre che non tutte le Dichiarazioni trasmesse entro il 15 di maggio siano state processate, soprattutto quelle inviate attraverso raccomandata e quindi è possibile che tra queste vi sarà qualcuno che riceverà il canone in bolletta.
Consigliamo i nostri soci di pagare anche il canone non dovuto, per evitare successivi contenziosi con Equitalia, di inviarci intanto la bolletta a mezzo fax o email, al fine di individuare le motivazioni della richiesta e quindi, una volta ripresa l’attività a fine Agosto e ricevuto il modulo dell’Agenzia delle Entrate non ancora pubblicato, redigerlo ed inviarlo nei modi e forme richieste per ottenere il rimborso.
Il nostro ufficio legale ha già individuato alcune criticità ed incongruenze sull’applicazione della norma ma prima di agire nei modi e termini che la legge ci consente , come ormai nostro costume, preferiamo essere certi delle procedure da adottare e dei riferimenti giuridici su cui poggiare eventuali interventi.
Non resteremo inermi ed imbelli di fronte allo scempio delle più elementari regole di applicazioni delle leggi.