Canone Rai: quando la diminuzione era solo un'illusione

Eccoci qua, cari italiani, a festeggiare l’ennesima edizione del canone Rai, che, come un affetto che non ci abbandona mai, è tornato puntuale, ancora più pesante, ma soprattutto… più comico che mai. Dopo la promessa di una "riduzione storica" dello scorso anno,che il cittadino ha pagato attraverso la fiscalità generale, (430 milioni per ammodernamenti tecnici), il canone è tornato a 90 euro, come se niente fosse. Un po’ come quando credi di aver perso 5 chili e poi ti accorgi che la bilancia è solo più generosa di prima.

I politici, naturalmente, si sono affrettati a vantarsi della diminuzione del canone nell’anno precedente, facendoci credere che fosse il primo passo di una serie di riforme coraggiose. Peccato che il "taglio" del 2024 si è rivelato una barzelletta: da 90 euro a 70, un risparmio che più che un alleggerimento sembra l’ennesima presa in giro in una commedia degli equivoci. Ma non preoccupatevi, tanto i politici non hanno alcun interesse a riformare la RAI: non c'è nulla di più sicuro di un canone che entra nelle casse dello Stato, senza tante complicazioni o cambiamenti grazie alla bolletta elettrica.

In fondo, la RAI è un po' come il salotto di casa: c'è sempre, anche quando non la usi. Non importa se molti italiani si lamentano della qualità della programmazione o del fatto che sembrano ancora intrappolati nel 1997 con certi programmi. Nessun problema! L'importante è che, ogni anno, l'80% degli italiani paghi senza fiatare e i governi che si succedono  continuino  a non fare nulla per cambiare davvero le cose. Dopo tutto, se il canone sale o scende di 20 euro, il business non cambia e i soldi alla RAI in qualche modo arrivano ugualmente.

E così, nel 2025, ci troviamo con una RAI che continua a sopravvivere grazie a una tassa che ha il suo fascino senza tempo. La domanda ora è: siamo noi a pagare la RAI, o è la RAI a fare pagare noi? Sospetto che, come al solito, nessuno avrà mai il coraggio di rispondere.