Come facciamo sempre, non abbiamo commentato le anticipazioni sulla Finanziaria ma abbiamo atteso la pubblicazione della legge di bilancio sulla Gazzetta Ufficiale (forse nella speranza che non fosse vero ciò che si diceva).
Ora che il testo è definitivo possiamo dirlo: la decisione del governo di ridurre di 20 Euro il canone RAI in bolletta è una farsa, una presa in giro di milioni di cittadini.

Il cittadino dirà: ma come, la riduzione del canone RAI di 20 euro una farsa perché?
Molto semplice. Come indicano le stime ufficiali, il mancato pagamento dei 20 euro porterà a un mancato versamento a titolo di canone RAI di circa 430 milioni di euro.

Ma sempre nella finanziaria lo Stato prevede che venga riconosciuto alla RAI un contributo pari a 430 milioni di euro per l'anno 2024.
E quindi ciò che si toglie dal canone lo si dà alla RAI direttamente con un contributo statale.

Già questo suona come una beffa. Ma non è tutto. Se poi andiamo a guardare nel bilancio, troviamo un nuovo prelievo nella c.d. fiscalità generale (ossia i soldi che lo Stato destina a sanità, scuola, sicurezza, aiuti a famiglie e pensionati).

E cosa scopriamo? Che il contributo di 430 milioni di euro alla RAI viene prelevato dalla fiscalità generale!
Oltre il danno, la beffa o, meglio, oltre la beffa, il danno. 

Sì, perché da un lato viene fatto credere al cittadino di risparmiare 20 euro sul canone e che questi 20 euro non vadano alla RAI.
Dall’altro, invece, si continua comunque a finanziare la RAI, che continuerà a costarci come prima, ma lo Stato, per finanziare la RAI, userà i soldi che invece dovevano andare alla sanità, alla scuola, alla sicurezza, agli aiuti a famiglie e pensionati.

Quindi nel 2024 ma meno sanità, meno scuola, meno sicurezza, meno aiuti alle famiglie e ai pensionati.
E in più, tutti quelli che avevano diritto a non pagare la RAI (i nostri disdettanti come gli ultra settantacinquenni) si troveranno comunque a pagare 20 euro che verranno sottratti ai servizi essenziali che lo Stato dovrebbe garantire a tutti.

Nulla è cambiato invece sotto l’aspetto strutturale e programmatico: stessa quantità esagerata di pubblicità, stessa ricerca spasmodica dell’audience, stesse costose collaborazioni esterne, stessi sprechi, stessa parentopoli ecc. ecc.

Nessun segnale di cambiamento quindi nemmeno da questa compagine politica. Sembra quasi che nessuno abbia la forza, la volontà e forse l’interesse di modificare il sistema di informazione mascherato da Servizio Pubblico.

Per il CLIRT la battaglia per un reale cambiamento continua e continuerà ancora con maggior vigore assieme ai Soci e a tutti coloro che vorranno affiancarci.